Interventi
23 September 2018

Una storia d’amore per la propria terra: il Presidio del Fiume Lato

La storia del presidio sul fiume Lato è una lezione per tutti: se hai buone ragioni, senso di comunità e non rancore, alla fine la spunti. Bravi i cittadini che hanno lottato per la loro terra.

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Questa settimana racconto una storia. Una storia (apparentemente) semplice e a lieto fine. In realtà, una storia emblematica dei problemi del Sud e della tenacia della gente meridionale. Una storia che comincia 15 anni fa con una alluvione che travolge gli argini di un fiume nel tarantino e a cui nel 2013 si aggiunge un’altra alluvione che investe due strade provinciali, portando via interi pezzi di carreggiata e bloccando la viabilità. Una storia che trova un punto di svolta grazie alla costituzione nell’ottobre dell’anno scorso del Presidio del fiume Lato e ai tanti che l’hanno portato avanti senza urlare ma con determinazione, con la forza di chi sa di essere nel giusto e vuole ottenere dalle istituzioni ascolto e risposte concrete. Oggi, con l’affidamento qualche giorno fa da parte della Provincia di Taranto dei lavori sulle strade provinciali 12 e 14, che fa seguito all’avvio nei mesi scorsi degli interventi sugli argini del fiume, questa storia volge al bello, anche se l’esperienza insegna a non abbassare la guardia.

Tutto comincia nel settembre del 2003 con l’esondazione del Lato che porta al cedimento degli argini presenti nei 7 chilometri che portano alla foce nel Golfo di Taranto. L’alluvione risente di criticità idrogeologiche riguardanti l’insieme del bacino del fiume che, nel suo tratto di pianura, raccoglie le acque provenienti da diverse gravine a monte. Seguono negli anni successivi primi lavori di ripristino degli argini, la cui inadeguatezza viene però evidenziata dall’alluvione del dicembre 2013: gli argini vengono travolti in più punti e per lunghi tratti e viene colpita la stessa viabilità della zona, con smottamenti che rendono impercorribili segmenti importanti delle due strade provinciali determinandone la chiusura al traffico. Una situazione che si protrae per anni, con effetti molto negativi per le attività agricole del territorio e per quelle turistiche e con un degrado del letto del fiume che porta con sé rischi ambientali e sanitari.

Senza bisogno di gettare la croce addosso a nessuno, è però inevitabile rilevare che per lunghi anni le istituzioni competenti – Regione, Provincia, Comuni dell’area – non sono state capaci di riportare il territorio a condizioni di normalità ambientale e infrastrutturale: una sorta di rassegnazione all’impotenza. E qui viene la novità: nell’ottobre del 2017 tre associazioni di cittadini – Tavolo Verde, Palagianello Bene Comune, NordSud – danno vita a un Presidio permanente nel tratto di strada interrotto dall’alluvione e si impegnano in un’azione volta a richiamare le istituzioni alle loro responsabilità. Una vera e propria iniziativa da parte della società civile, dei cittadini che vivono in prima persona i problemi del loro territorio.

E finalmente nell’inverno scorso qualcosa si muove. Il Governo, tramite l’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale, il Prefetto di Taranto e la Struttura di missione per il dissesto idrogeologico (cancellata però dall’attuale Governo), sollecita e coordina una presa di consapevolezza del problema da parte di tutte le istituzioni locali: si accelerano le procedure per avviare gli interventi su argini e letto del fiume e quelle per il ripristino della viabilità. Il 10 aprile viene istituito il Tavolo tecnico permanente di confronto e monitoraggio” cui partecipano l’Autorità di Bacino, la Regione (unica peraltro a non aver ancora firmato il relativo Protocollo d’intesa), la Provincia, i Comuni e le associazioni del Presidio. Nel corso della primavera si avviano gli interventi di ricostruzione degli argini, durante l’estate la Provincia emette il Bando di gara per i lavori sulle due strade provinciali, questa settimana i lavori vengono affidati.

Il 31 luglio scorso, dopo 285 giorni di presenza ininterrotta, il Presidio lascia le sponde del Lato: le tre associazioni civiche continueranno a operare nel confronto con le istituzioni in sede di Tavolo permanente. Anche perché, una volta risanato il tratto colpito dalle alluvioni del 2003 e 2013, il lavoro del Tavolo proseguirà per la messa in sicurezza del bacino del fiume Lato nel suo insieme.

C’è una morale, come nelle favole antiche. I problemi si possono affrontare e risolvere solo rifiutando la miopia degli egoismi individuali e la rabbia del rancore impotente, per collocarsi invece in una dimensione di comunità: consapevolezza civile dei diritti e dei doveri, che con determinazione cerca soluzioni ai problemi e sa richiamare le istituzioni alle loro responsabilità. Una storia vera, di cittadinanza attiva: il sale della democrazia.

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