Interventi
02 September 2018

La rinascita di Bagnoli non ridiventi un’illusione

Bagnoli, un risanamento destinato a restare una illusione? Il passaggio in corso in questi giorni, dopo le dimissioni da Commissario di Salvo Nastasi, solleva preoccupazioni e interrogativi sul futuro di quest’area così rappresentativa dei problemi e delle speranze di Napoli e del Mezzogiorno. Ricapitolerò il punto a cui la vicenda Bagnoli è arrivata. Con l’istituzione

Leggi tutto >

Bagnoli, un risanamento destinato a restare una illusione? Il passaggio in corso in questi giorni, dopo le dimissioni da Commissario di Salvo Nastasi, solleva preoccupazioni e interrogativi sul futuro di quest’area così rappresentativa dei problemi e delle speranze di Napoli e del Mezzogiorno. Ricapitolerò il punto a cui la vicenda Bagnoli è arrivata.

Con l’istituzione nel 2015 della Cabina di regia a Palazzo Chigi, della figura del Commissario e con il ruolo operativo di Invitalia, il Governo di allora ha puntato a sbloccare una situazione incancrenitasi per oltre venti anni. Obiettivo: realizzare il risanamento ambientale mai attuato e innescare un processo di rigenerazione urbana in grado di fare di Bagnoli un’area trainante per tutta la città. A tre anni di distanza: completate le analisi di caratterizzazione (verifica dell’inquinamento) su tutta l’area, compresa la parte sottoposta a sequestro giudiziario (la più vasta opera di caratterizzazione realizzata in Europa); in corso la gara per la progettazione degli interventi di bonifica e risanamento integrale di tutte le aree ex Ilva ed ex Italsider; realizzato il ripascimento dell’arenile Nord e restituita la spiaggia all’uso da parte dei cittadini; completata la rimozione dell’amianto dall’area ex Eternit; eseguita la messa in sicurezza delle infrastrutture e impianti esistenti bloccandone l’ulteriore degrado; in corso la sperimentazione a terra, con l’Università del Sannio, di tecnologie di bio/phytoremediation e l’analisi, con la Stazione Anton Dohrn, delle condizioni dei fondali.

In parallelo, è stato elaborato insieme con il Comune e la Regione il Piano di risanamento ambientale e rigenerazione urbana che prevede, oltre alle attività di caratterizzazione e bonifica di cui ho detto, la predisposizione delle condizioni per uno sviluppo dell’area lungo tre direttrici principali: fruibilità da parte dei cittadini di ampi spazi verdi e per attività sportive; attività di ricerca e di sviluppo tecnologico legate all’economia del mare; sviluppo del settore turistico (porto turistico a Nisida, balneabilità del mare, riqualificazione del waterfront con spiaggia pubblica di 2 km).

Si tratta di processi e interventi reali messi in moto per la prima volta da oltre venti anni grazie all’azione di Cabina di regia, Commissario e Invitalia. Certo, solo alcune delle cose fatte sono già visibili a occhio nudo, le altre sono precondizioni indispensabili – e per questo molto concrete – per gli interventi successivi. Per questo sconsiglio, soprattutto a chi dovrà attuare quegli interventi, di considerare irrilevanti le basi di azione che sono state finalmente messe in campo. Anche perché costruirle ha significato lavorare in presenza di un sequestro giudiziario e sciogliere nodi amministrativi molto intricati. Del resto, i prossimi passi derivano consequenzialmente proprio da quanto fatto fin qui: completare la gara per la progettazione degli interventi di bonifica integrale dell’area e, a seguire, realizzare gli interventi stessi; attuare gli interventi infrastrutturali necessari a sostenere il processo di rigenerazione urbana; impostare e realizzare la strategia di attrazione degli investimenti necessaria a far decollare le attività di ricerca, produzione e servizio coerenti con il rilancio dell’area.

Affinché tutto questo non diventi un libro dei sogni sono indispensabili due cose. Prima di tutto, come è stato ben evidenziato su questo giornale, è necessario evitare la pessima abitudine – purtroppo abbastanza diffusa nel nostro Paese – di smontare quanto fatto fin qui: il Piano di risanamento ambientale e rigenerazione urbana esiste, è il frutto di un lungo lavoro tecnico e di un non facile confronto istituzionale, che hanno consentito di mettere a sistema le migliori capacità progettuali dei soggetti coinvolti; rimetterlo in discussione significherebbe fermare il percorso avviato e rinviare per l’ennesima volta a data da destinarsi la risposta ai problemi di Bagnoli. In secondo luogo, serve che a ricoprire il ruolo di Commissario sia una figura di alto profilo, grande competenza amministrativa e al di sopra degli interessi in gioco: se il Governo confermerà Floro Flores, starà a lui dimostrare di rispondere a questi requisiti indispensabili.

Tutti siano consapevoli che Napoli non merita che il lavoro che ha finalmente sbloccato due decenni di inerzia finisca per arenarsi e che la rinascita di Bagnoli ridiventi ancora una volta una illusione.

SEGUIMI SUI SOCIAL