Interventi
11 February 2022

Il nostro Mediterraneo «Avamposto anti Cina» Ma l’Europa vede il Sud?

La vecchia questione meridionale va ricollocata in un quadro di cambiamento geopolitico sempre più evidente. «E vero che il nostro Nord ha bisogno di un Sud che metta in campo le sue energie migliori per crescere ma non credo di esagerare nel sostenere che è l’intera Europa oggi ad avere necessità di presidiare il Mediterraneo

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La vecchia questione meridionale va ricollocata in un quadro di cambiamento geopolitico sempre più evidente. «E vero che il nostro Nord ha bisogno di un Sud che metta in campo le sue energie migliori per crescere ma non credo di esagerare nel sostenere che è l’intera Europa oggi ad avere necessità di presidiare il Mediterraneo per contrastare l’egemonia cinese. E in questo scenario il Mezzogiorno d’Italia è sicuramente un avamposto». Claudio De Vincenti, ex ministro e attuale presidente di Aeroporti di Roma, dirige un’associazione (Merita) che ha fatto dello sviluppo del Sud il suo obiettivo primario. E che si caratterizza rifiutando la vecchia logica delle rivendicazioni Nord-Sud, «perché il secondo ha bisogno che il primo cresca a sua volta». Merita guarda invece alle energie che il Meridione possiede e che aspettano solo di essere liberate dai vincoli del passato. «Penso alle imprese e ai distretti d’avanguardia, alla competenza e alla passione dei lavoratori, all’associazionismo diffuso e alle Madri Coraggio che gestiscono le loro famiglie in condizioni spesso difficili. Corrispondono ad altrettante virtù propriamente italiane che all’estero hanno un tratto più riconoscibile di quanto pensiamo». Ovviamente De Vincenti non si nasconde le fragilità di un tessuto sociale con tante falle ma guarda al ciclo di investimenti pubblici senza precedenti che sta partendo con il Pnrr non solo «per rammendare» ma per creare un’infrastruttura di sviluppo durevole. «Lo Stato si deve prendere le sue responsabilità, guidare e monitorare le amministrazioni locali nella fase di attuazione degli investimenti. Non si deve limitare a erogare fondi. L’execution, come insegnano gli anglosassoni, in questi casi è decisiva». Nel buon uso dei finanziamenti europei va compresa una politica industriale capace di dare sostegno e incentivi ai privati «scavalcando però il blocco della spesa pubblica assistenziale che ha soffocato le forze vive fin dagli anni successivi al tramonto della Cassa del Mezzogiorno».

Articolo dell’11 febbraio 2021 per il Corriere della Sera 7

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