Interventi
14 October 2018

I ragazzi del Mezzogiorno, ecco le cifre che danno speranza

Già più di 11.500 domande presentate da giovani meridionali per fare impresa nella loro terra. Il successo di Resto al Sud racconta le speranze del Mezzogiorno.

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Oltre 11.500 iniziative imprenditoriali proposte da giovani del Sud – 40.000 ragazzi e ragazze – per fare impresa al Sud. Sono i dati delle domande di accesso alla misura Resto al Sud nei suoi primi nove mesi di operatività. Un segnale di speranza dai giovani del Mezzogiorno sotto il cielo d’Italia oggi così carico di nubi.

Il lettore perdoni se mi soffermerò ora sulle cifre, ma questa volta i dati non parlano la fredda – eppur necessaria – lingua della contabilità, ma narrano di passioni e speranze umane. Con Resto al Sud lo Stato mette a disposizione di giovani che vogliano fare impresa fino a 50.000 euro a testa di capitale, di cui il 35% come contributo pubblico a fondo perduto e il 65% come prestito bancario a tasso zero, cioè con garanzia e interessi a carico del bilancio statale.

Lo strumento è gestito da Invitalia attraverso lo sportello che ha aperto il 15 gennaio scorso e che riceve le proposte e le valuta con uno screening rigoroso. A oggi risultano presentate oltre 4.500 domande, di cui più di 1.600 già approvate, mentre altre 7.000 sono in fase di compilazione: in tutto appunto più di 11.500 nuove iniziative imprenditoriali e 40.000 giovani protagonisti, a poco più di un anno dall’approvazione della misura (agosto 2017). Con questi ritmi, risulta raggiungibile e superabile l’obiettivo dichiarato a suo tempo di attivare nell’arco di tre anni (2018-20) circa 100.000 ragazzi e ragazze per fare impresa nel Mezzogiorno.

La distribuzione territoriale delle domande vede Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna presenti in misura sostanzialmente corrispondente alla distribuzione della popolazione giovanile, Puglia e Sicilia in misura inferiore mentre, all’opposto, una forte attivazione di giovani imprenditori si registra in Campania e Calabria. Per la Campania il dato conferma la particolare vivacità del tessuto economico e sociale dimostrata dalla Regione negli ultimi tre anni. Per la Calabria rivela il bisogno particolarmente avvertito tra i suoi giovani di un nuovo protagonismo in una terra dalle difficoltà antiche.

Del resto, la Calabria è la Regione dove quindici anni fa ha preso avvio GOEL, una bella esperienza di imprenditorialità giovanile e cooperativa radicata nella Locride: una comunità di persone, imprese e cooperative sociali che ha dato vita a un complesso di iniziative imprenditoriali che – in contrapposizione ai ricatti della criminalità organizzata – valorizzano le capacità dei giovani e fanno dell’etica un fattore di forza dell’attività economica. GOEL è presente nel settore agricolo – dove organizza una rete di aziende e cooperative di cui promuove la presenza sui mercati di vendita e la sostenibilità ambientale e sociale – nel turismo – con iniziative che danno concretezza economica a un modello di turismo responsabile – nell’artigianato – in particolare con il marchio “Cangiari” che ha reso competitivi per la loro qualità e ricercati dalle principali case di moda i tessuti della tradizione a mano calabrese. Una strategia, quella di GOEL, che rendendo l’etica economicamente efficace e vincente, delegittima alla radice la criminalità organizzata.

Diverse delle attività che compongono GOEL sono nate grazie a un sapiente utilizzo delle misure a suo tempo disponibili per l’autoimprenditorialità. Altrettanto hanno saputo fare anche altre iniziative di imprenditoria giovanile e cooperativa affermatesi in questi anni nel Meridione, spesso anche grazie al sostegno finanziario messo a disposizione dalle Centrali Cooperative. Ed è proprio dal risveglio di capacità imprenditoriali e dalla voglia di protagonismo dei giovani meridionali che ha tratto ispirazione l’intervento Resto al Sud: dare organicità all’azione di sostegno a chi vuol fare impresa con uno strumento di finanziamento più robusto e coerente, con criteri di valutazione forti, con una dotazione di risorse complessiva (1 miliardo e 250 milioni di euro) in grado di costituire la massa critica necessaria a far decollare il processo.

C’è da augurarsi allora che questo provvedimento – ispirato a una logica di attivazione delle energie presenti nel Mezzogiorno, l’esatto contrario di una logica di sussidi – non venga mortificato dalla prossima legge di bilancio. Perché i giovani meridionali di Resto al Sud sono speranza d’Italia.

Articolo del 14 ottobre 2018 per il Corriere del Mezzogiorno

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